Cascata del Macellaro, Vallone Santo Spirito

Itinerario trekking risalendo i valloni della Majella

Cascata del Macellaro, Vallone Santo Spirito

Dislivello: circa 1250 m 
Tempo: circa 7.30 ore
Difficoltà: media
Tipo segni: bianco rosso su alberi e pietre, paletti gialli, omini di pietra.

Tutorial itinerario:

Descrizione itinerario

Dal Paese di Fara San Martino, a 440 mslm, famoso per la sua acqua purissima di cui beneficiano i pastifici più importanti d’Abruzzo, si arriva alle sorgenti del Fiume Verde, dove un’acqua polare e cristallina anche in piena estate vi regalerà un sicuro refrigerio. Pochi metri più avanti si individua una strada brecciata percorrendo la quale si arriva ad uno spiazzo dove è possibile parcheggiare l’auto. Una sbarra che vieta l’accesso ai veicoli a motore indica l’inizio dell’itinerario. Dopo i primi 400 m tra due pareti di roccia la breve, bella e strettissima Gola di San Martino comincia a darvi l’idea di quello che vi regalerà questo versante del Parco della Majella poco conosciuto ma di grande importanza naturalistica. Usciti dal mini canyon troverete un piccolo gioiello archeologico scavato nella roccia, il complesso monastico di San Martino in Valle risalente all’anno 832, per certi versi la Petra del versante orientale della Majella.

Lasciata l’Abbazia, dopo circa 20 min troverete lungo il sentiero la prima fontana. Da qui si apre in maniera più netta e visibile il Vallone di Santo Spirito con le sue imponenti pareti verticali, alcune delle quali attrezzate per l’arrampicata sportiva. Più avanti, all’ombra dei faggi l’ultimo punto d’acqua disponibile per fare rifornimento, la fonte delle Vatarelle a circa 850 mslm.
Il percorso entra nel vivo quando in località Bocca dei Valloni si incontra un bivio indicante a sinistra per la Valle delle Mandrelle e a destra per la Val Serviera e Callarelli, Capo Le Macchie. Girata a destra per Val Serviera, Callarelli dove il sentiero comincerà a salire lungo una serie di tornati. Dopo il 4 paletto giallo circa, se sono tutti ancora in piedi, troverete ben visibile lungo il sentiero un secondo e importante bivio quello per la selvaggia Valle del Macellaro, attualmente conosciuta agli appassionati di escursionismo ma non riportata sulle mappe. L’incrocio è riconoscibile da 3 elementi distintivi. Un paletto giallo e l’omino di pietra sulla sinistra e un faggio con una grande M rossa disegnata sul tronco e sotto scritto Macellaro sulla destra. Il sentiero originario in questo caso prosegue verso destra in direzione Grotta dei Callarelli, voi invece dovete andare dritti e fatti pochi metri subito a destra lungo un breve crinale.

 

Da qui in poi entrerete nella Valle del Macellaro che non è altro che la parte bassa della più importante Valle delle Mandrelle che sale verso Cima Pomilio. Da qui in poi scordatevi i segni su alberi o pietre, gli unici riferimenti visibili sono gli omini in pietra. Arrivati fin qui è difficile sbagliare basta risalire la valle. Adesso il percorso diventa più tecnico e molto diversificato negli ambienti ma sempre accessibile. Più avanti si scende in una breve valletta ricoperta da fogliame secco per poi incontrare poco più vanti sulla vostra destra un vecchio stazzo abbandonato. Passato lo stazzo il sentiero continua a salire e più avanti sulla destra incontrerete una cengia che nella parte più ripida e scivolosa è assicurata da un cavo d’acciaio sulla cornice di roccia per facilitare il transito. Lasciata la cengia, sarà la volta del tratto più scomodo del percorso, qui incontrerete sul terreno rami e tronchi, frutto di frane e smottamenti valanghiferi. Anche in piena estate incontrerete cumuli di neve rimasti all’ombra grazie alla morfologia del luogo e alle foglie secche che coprono i grossi blocchi di ghiaccio secco. Attraversato quest’ultimo tratto arriverà la giusta ricompensa, una grande e lunga caverna dove a fatica filtra la luce solare.

La caverna è molto suggestiva sia all’andata che al ritorno, quelle alte pareti di roccia che si fondono e si sfiorano formando la grande cavità. L’uscita dalla caverna è facilità grazie ad una scala di alluminio di circa 3m posta sulla sinistra in direzione opposta a dove siete entrati. Appena usciti e fino alla fine del canyon, camminerete ai piedi di altissime pareti verticali di 40/50 m che vi accompagneranno fino alla Cascata del Macellaro che conclude il percorso ostruendo la valle a quota 1700 m circa. Non aspettatevi mai molta acqua dalla cascata, il salto di circa 35 m e rigoglioso al primo sciogliere delle nevi, aprile, maggio dove non è però consigliabile accedere alla valle per il pericolo ancora alto di valanghe e smottamenti vari, nonché la possibilità di trovare il percorso ancora ostruito dalla neve. Diciamo che il miglior compromesso tra sicurezza e bellezza lo trovate tra il mese di giugno e i primi di luglio. Acqua a parte l’itinerario merita una visita in ogni caso per la maestosità e la bellezza di luoghi selvaggi e severi fuori dai percorsi trekking convenzionali. Buona passeggiata!
La particolarità che mi sento di menzionare riguardo questo posto non è tanto nell’interesse naturalistico o archeologico ma quanto nella possibilità di soddisfare davvero tutte le esigenze. In una delle rare volte il percorso offre dei punti di interesse per tutti, dal sedentario che non vuole nemmeno camminare, a chi vuole fare solo una breve passeggiata, all’escursionista più esperto ed allenato che vuole spingersi nei meandri più reconditi della Majella.
Chi non vuole muoversi ma solo rinfrescarsi trova ideale la sosta all’Oasi delle Sorgenti del Fiume Verde sotto il Paese di Fara San Martino.
Chi vuole fare una breve passeggiata con 15/20 min si percorre una gola breve ed emozionante alla cui fine, con pochissima fatica si giunge all’antica Abbazia di Santo Martino in Valle.
Chi vuole spingersi oltre con circa 30 min di cammino totali si arriva ad una prima fontana che vi entrare a pieno nella Valle di Santo Spirito.
Chi si sente in forma e vuole andare oltre a circa un’ora di cammino si trova una seconda fontana con panchina per picnic all’ombra dei faggi. Personalmente consiglio a chi non è molto avvezzo a camminare quest’ultima soluzione che in poco tempo vi regalerà un’immersione nell’ambiente della valle sicuramente più completa ed appagante tra pareti di 50-60 metri di nuda roccia.
Per tutti gli altri il limite è nel tempo e nella propria resistenza poiché da qui iniziano i sentieri di trekking veri e impegnativi che permettono di arrivare in tutta la Majella.

Scritto da: Johnny D'Aloisio

© RIPRODUZIONE RISERVATA

  • Gallery itinerario

    Inizio sentiero verso la Gola di San Martino
    La stretta Gola di San Martino
    Il complesso monastico di San Martino in Valle risalente all'anno 832
    Gli ultimi pastori della Majella
    Pareti di arrampicata nel Vallone di Santo Spirito
    Il sentiero della Stretta visibile lungo il percorso
    Nel  Vallone di Santo Spirito
    La seconda e ultima fontana nel Vallone di Santo Spirito
    Omini di pietra che indicano il sentiero Vallone del Macellaro
    Cengia verso il Vallone del Macellaro
    Flora lungo il percorso
    Entrata nella caverna lungo la Valle
    All'interno della Caverna
    All'interno della Caverna
    Uscita dalla caverna
    Flora lungo il percorso
    Il Vallone del Macellaro
    La Cascata del Macellaro a circa 1700 m
    La Cascata del Macellaro a circa 1700 m
    La Cascata del Macellaro a circa 1700 m
    Flora appenninica
    Il Vallone del Macellaro
    Le alte pareti del Canyon
    L'entrata nella grotta
    La grotta
    Usciti dalla grotta
    Rientro nel Vallone di Santo Spirito

Come arrivare

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