Da Pacentro all'Himalaya

Da Pacentro all'Himalaya

Oggi lasciamo cullare le vostre emozioni di appassionati della montagna dalla lettura del racconto di viaggio e dalle bellissime foto del nostro amico Nino Restaino in terra nepalase. 

Partendo da Pacentro, Nino ha avuto la fortuna di respirare l’aria di alcune tra le vette più belle e alte del mondo, Everest, Makalu, Lhotse, Nuptse, fino ad arrivare sulla vetta del Island Peak a quota 6189 m. Un sogno ambito per molti amanti dell’alpinismo e della montagna che confidano di vivere un’avventura analoga almeno una volta nella vita.

TRATTO DALLE RIFLESSIONI DA UN’ESPERIENZA IN NEPAL

Nino Restaino – Club Alpino Italiano Sezione di Sulmona

Premesso che non sono un alpinista, ma un appassionato frequentatore della montagna, devo riconoscere che l’esperienza della spedizione “Himalaya 2014” conclusa da poco con gli amici del CAI di S. Caterina Valfurva, ha lasciato in me un forte sentimento di arricchimento interiore.

Partenza il 19 ottobre dall’aeroporto di Fiumicino con ritrovo a Milano Malpensa, per prendere il volo di Air India che, via New Delhi, ci porterà a Katmandu. Una volta arrivati, trasferimento in albergo e visita della cittadina di Patan, a Durbar Square e al Palazzo della Dea Kumari a Katmandu e alla collina di Swayanbud-nath, uno dei luoghi religiosi e culturali più importanti del Nepal. Poi inizia la preparazione dei materiali per il trekking e per l’ascensione all’Island Peak.

Il 4° giorno ci si trasferisce con un volo interno da Katmandu a Lukla (2800 m.), dove ha inizio il trekking nella valle del Dudhkosi fino a Phakding (2860 mt.). Il giorno dopo da Phakding si sale a Namche Bazar, dove ci si ferma un giorno per l’acclimatazione: la giornata libera viene trascorsa visitando il Museo del Parco nazionale di Sagarmantha e il villaggio di Namche la capitale degli sherpa. Il 7° giorno si parte per la valle di Gokyo con tappe a Dole (4000 mt.), Machehermo (4300 mt.) e poi Gokyo (4800 mt.).

Alla sera del 9° giorno si sale a Gokyo Rii (5490 mt), per ammirare il tramonto sulle grandi montagne circostanti: l'Everest, il Cho Oyu, Lhotse e il Makalù. La salita viene ripetuta il giorno dopo per rivedere le grandi montagne alla sera ricoperte di nebbia, poi discesa e traversata del ghiacciaio fino a Thagnak (4700 mt). La mattina dopo si sale al Chola Pass (5330 mt.), tutto innevato a causa delle forti nevicate di alcuni giorni prima. Poi si scende fino all’alpeggio isolato di Dzongla (4830 mt.), ai piedi del Cholatse. Il 12° giorno traversata fino a Lobuche (4930 mt) e poi passeggiata fino alla Piramide Evk2 CNR per un saluto a Gianpietro Verza, guida alpina e responsabile del progetto il quale ci mostra e illustra tutto quello che si può fare a 5050 metri in un laboratorio scientifico e tecnologico italiano.

Procediamo verso il Kala Pattar (5550 mt.), ai piedi dell’Everest, dove, con una vista magnifica sullo stesso Everest, sul Lhotse e sul Nuptse, si intravede la via dell’Ice Fall che sale sulle montagne appena citate. 14° giorno: discesa da Lobuche a Chukung (mt 4730), ultimo alpeggio sotto l’impressionante parete sud del Lhotse.

Il giorno dopo il gruppo si divide: una parte va verso il campo base dell'Island Peak (5087 mt), mentre il resto si ferma a Chukung. Il gruppo Island Peak all’una di notte circa, dopo aver pernottato in tenda al campo base, sale con le pile frontali verso il ghiacciaio dell’Island Peak. Alle 5 siamo sul ghiacciaio, il tempo è bello, ci si imbraga e, calzati i ramponi, via verso la vetta, raggiunta dopo aver attraversato i serracchi del ghiacciaio e quasi 300 metri di corde fisse salite con piccozza e jumar attrezzate dagli sherpa climbing. Alle 8,10 i primi gruppi sono sulla vetta, 6189 metri, e piano piano tutti i 16 componenti del nostro gruppo arrivano in cima e poi subito in discesa lungo le corde fisse. Alcune foto ricordo e poi si scende fino al campo base e, dopo un po’ di riposo, si rientra a Chukung per la sera. 18° giorno: da Chukung a Deboche, che si trova a pochi minuti dal grande monastero di Tyangboche (mt 3985) con visita, il giorno seguente, al monastero (abbiamo avuto anche la possibilità di assistere alla funzione religiosa con i monaci). Poi discesa fino a Namche Bazar, dove ci godiamo un giorno di riposo nel bellissimo lodge Sherpalan del signor Nima, grande capo dell’agenzia Cho Oyu Trek.

Il 20° giorno discesa a Lukla, in attesa del volo di rientro per Katmandu, previsto per la mattina dopo. C'è quindi il tempo per altre visite a Katmandu, Pashupatinath (luogo delle cremazioni, sacro agli induisti), per la visita allo Stupa di Budnath e alla città di Bhaktapur (sotto la protezione dell’UNESCO). La sera ci gustiamo una bellissima cena tradizionale in un tipico ristorante con canti e balli. La mattina seguente trasferimento all’aeroporto di Katmandu per il rientro in Italia, dopo aver fatto circa 200 km di trekking con circa 9800 mt di dislivello in 23 gg.

L’esperienza di questa spedizione è stata davvero uno sconvolgimento, un colpo ai pregiudizi e alla visione specificatamente occidentale del mondo. Tornato a casa, per un po’ di tempo fatichi a ritrovarti nelle certezze che ti hanno sempre sorretto e nel consueto stile di vita, passata la confusione iniziale, ripensando al Nepal, prima o poi ti ritrovi ad ammettere che per quanto dure siano le esperienze che hai sopportato, la vita è davvero entusiasmo, gentilezza e magia. L’unione di tutti questi fattori, con il piacere anche estremo, quello fatto di giorni e settimane di trekking, e di conquiste di vette, ti porta a sacrificare le comodità della nostra vita occidentale per guadagnare nella conoscenza del mondo e degli altri, ti fa’ respirare un’aria di una civiltà fiera, di una terra oppressa, di povertà ma non miseria, una povertà che potremmo definire “nobile”.

Per me è stato molto emozionante raggiungere questo traguardo che ho voluto dedicare in primis alla mia famiglia, poi per il tramite dell’Amministrazione Comunale che ringrazio, lo dedico a tutti i compaesani residenti in Italia e all'estero, a tutti gli amici e colleghi, al CAI Abruzzo nella persona del presidente Gaetano Falcone, a tutta la sezione CAI di Sulmona nella persona del Presidente Valter Adeante, alla Commissione Alpinismo Giovanile CAI Abruzzo nella persona della presidente Patrizia Tempesta, alla Scuola CAI di scialpinismo, alpinismo e arrampicata libera Rosa dei Venti di Tagliacozzo nella persona del suo direttore Fabrizio Pietrosanti che insieme ai suoi collaboratori mi hanno seguito durante i corsi CAI, all’amico Francesco Sulpizio del CAI di Ortona, gli amici del CAI di S. Caterina Valfurva che mi hanno dato questa grande opportunità, a tutti gli amici della montagna, e a tutte quelle persone che mi hanno supportato e sopportato nella preparazione per la realizzazione di questo progetto, in particolar modo a Gianni e i suoi amici, Lucio e i suoi amici, Valter, Matteo, e concedetemi una menzione particolare all’amico fratello Roberto.

Come arrivare

Commenti (2)

  • Lucio Di Sanza

    Lucio Di Sanza

    16 Dicembre 2014 at 16:10 | #

    Grandissimo Nino!!!

    Rispondi

  • Marco Visalberti

    Marco Visalberti

    12 Dicembre 2014 at 10:32 | #

    Complimenti e bellissime foto.

    Rispondi

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