Renato the edge
Esperto in: trekking - estivo, invernale
Itinerario nella Riserva Naturale Monte Genzana e Alto Gizio. Cosigliato per ciaspole, sci alpinismo/escursionismo..
Itinerario di escursionismo invernale in ciaspole.
Lunghezza percorso: Km. 15,72
Tempo impiegato: ore 7,00 soste comprese
Cartina di riferimento: Carta dei sentieri CAI Sulmona, Monte Genzana-Monte Rotella scala 1:25000 su base IGM Ed. IL LUPO, sia cartacea che per GPS.
Voglio correre il rischio di diventare noioso ma, ogni volta che descrivo un percorso in Ciaspole, sento il dovere di fare le solite puntualizzazioni.
Un percorso invernale fatto con le Ciaspole si differenzia in alcuni punti da un percorso estivo. Innanzitutto è più faticoso di quello normale ma, se affrontato con la giusta intelligenza e prudenza, a questo si può facilmente ovviare... (logicamente mi rivolgo ai meno esperti).
Molto spesso la neve ricopre i segnali e con le Ciaspole frequentemente si deve “interpretare“ l’ambiente quindi, vi saranno molti tratti fuori sentiero ed ecco perché sarebbe importante essere dotati di GPS, con la mappa del luogo inserita o eventualmente seguire una traccia già precaricata sullo stesso o, magari ancora, avere la cartina dietro con relativa bussola e una buona esperienza all’uso.
In mancanza di ciò, se non si conoscono i luoghi, è consigliabile farsi accompagnare da una persona esperta dell’ambiente che si vuole visitare...
Passo ora a descrivere un percorso ad anello di difficoltà Media con brevi tratti Impegnativi, all’interno della Riserva Naturale Genzana – Alto Gizio.
Percorrendo la strada statale 17 dell’Appennino Abruzzese si raggiunge l’Altopiano delle 5 miglia (Roccaraso) ed è qui, al Km 128,500, in località CAPANNOLA q.1278 ( un grande Stazzo lungo la Statale) che inizia il percorso di oggi. Parcheggiato di fronte lo stazzo, si imbocca lo sterrato, facilmente intuibile sotto la neve, che porta verso la chiesa della Madonna del Carmine, che vedrete lontano sotto Monte del Casale. Prima di arrivarci si devia a sinistra per andare verso le Bocche di Chiarano (se la strada non si vedesse per la troppa neve andare dritti alle Bocche). Il percorso è sempre su sterrato, ora attraversa una valletta boscosa rinchiusa dalle ripide pareti di roccia della Montagna Spaccata. La strada sale dolcemente di quota, ci porta verso la baita dell’IMPOSTO(q.1481). La baita (chiusa) è posta al centro della Foresta Demaniale Chiarano-Sparvera ed è affiancato da una vasta area pic-nic. Qui la strada si biforca, si prende a destra, dove inizia la traccia C.A.I. N°12 (sempre su sterrato), segnato da segnavia Bianco-Rossi, oltrepassiamo la sbarra ed iniziamo a salire arrivando in una conca di pascoli estivi (un mare di neve), da qui già si avvista la cresta della Sparvera. Andiamo oltre, la salita è ancora gradevole, s’incontra una diramazione, a sinistra , segnalato dal visibile cartello (Lago Km8), si va verso il Lago Pantaniello . Si prosegue a destra costeggiando un bosco di faggio e più avanti (q.1560) si abbandona lo sterrato e s’inizia a salire sul serio fino al Valico delle Croci (q.1685), siamo ancora sul sent. C.A.I. N°12. Qui si trova una caratteristica croce di legno, posta ai margini del sentiero, che contraddistingue la località. Il sentiero si divide, a sinistra (sent. C.A.I. N°13) si scende verso la chiesa di San Lorenzo e poi ancora al Vallone di Jovana fino a Scanno. Si va ancora a destra, sempre sul sent.12, davanti a voi avrete il lato Sud della Serra Sparvera, ora la salita si fa ripida. La cresta della Sparvera è ampia, i segnali sono coperti dalla neve, si può facilmente “interpretare” la salita in direzione Nord. NON conviene avvicinarsi troppo al limite della cresta poiché su di essa, in caso di abbondante nevicata e a causa del vento quasi sempre presente su questa cima, c’è una grande possibilità di accumuli di neve e NON è il caso di rischiare. Salito un primo colle, che ci darà l’impressione di essere arrivati, ne troveremo dietro un altro che, con un ripido finale, ci porterà sulla vetta (q.1998) segnalata da un enorme omino in pietra. Se la giornata è soleggiata, avrete un gran da fare per osservare e, eventualmente fotografare, tutto ciò che avrete intorno....360° di montagne innevate.
A questo punto, se non si ha GPS o cartina e bussola, sconsiglio fortemente di proseguire oltre e di percorrere la strada a ritroso. Per chi invece avesse quanto sopra, vado oltre nella descrizione.
S’inizia a scendere dal lato opposto in direzione Nord, si va verso la Sella della Sparvera , improvvisamente, guardando nelle valle a sinistra , vi apparirà il lago di Scanno e, guardando ancora meglio, anche uno scorcio del paese. Ancora un po’ di discesa e sarete sulla Sella della Sparvera (q.1858). Essa è contraddistinta da un gruppo roccioso particolare, con due rocce a cono quasi uguali che si differenziano dalle altre, dai trekkers del luogo sono chiamate “ Corna o Canini del Diavolo”. Si scende da destra (Sud) per un’ampia radura tra i boschi, la discesa è ripida, con la neve è opportuno fare qualche diagonale per arrivare nel pianoro che vedrete in basso, comunque siamo sotto la cresta, se siete in compagnia vi consiglio di scendere distanziati non meno di 20 metri l’uno dall’altro, la prudenza non è mai troppa.
Arrivati in fondo, ancora verso destra (Sud) fino al ciglio superiore di una vallata, da dove vedrete in basso lo Stazzo La Sparvera (q.1699). Purtroppo d’inverno lo stazzo e chiuso, comunque è adatto per una sosta. Dallo Stazzo ancora verso sud, si lascia il sentiero CAI e si imbocca un comodo fosso tra un bosco di faggi (una vecchia mulattiera ), dopo circa 700 metri di bosco si arriva in un’ampia vallata e di nuovo su sterrato. Andando sempre dritti sulla strada (o seguendo l’andamento della valle se non la vedete per troppa neve) si raggiungerebbe di nuovo la baita dell’Imposto ma un po’ di fuori sentiero non guasta mai quindi, si risale a sinistra per raggiungere la sommità del colle che avrete davanti a voi (potete anche salire sfruttando lo sterrato se lo intuite sotto la neve, ma dritto per dritto è meno noioso...) oltre il quale vi apparirà, in fondo nella valle opposta verso sud, lo Stazzo Macerete che potrete raggiungere con una stupenda discesa (siete sempre fuori sentiero ufficiale). Lo stazzo (q.1510) purtroppo è molto sporco, presenta molti rifiuti esterni, è aperto ma serve solo come punto di riferimento. Dallo stazzo si scende ancora la valle per circa 400 metri e s’incontra un altro sterrato da seguire per circa 700 metri ancora dopodiché incrocerete il sentiero CAI n°11 trovandovi davanti il Monte del Casale. A questo punto le possibilità sono due. Prendendo a destra del Monte, seguendo sempre lo sterrato, si scende verso la caratteristica chiesa della Madonna del Carmine. Questa strada è molto lunga poiché scende zigzagando il ripido pendio, si potrebbe tagliare di tanto in tanto ma, se la neve fosse alta, trovereste tantissimi Ginepri totalmente coperti che, e lo dico per esperienza, si rivelano delle trappole micidiali per le Ciaspole, di conseguenza, potrebbero causare delle brutte e pericolose cadute.
Se decidete di scendere da quel lato, vi consiglio di seguire la strada, in fondo alla quale troverete la chiesa (q.1300) e di nuovo l’Altopiano delle 5 miglia e il punto di partenza del percorso. L’altra possibilità e di scendere alla sinistra del Monte, come la mia traccia GPS indica, di nuovo fuori sentiero costeggiando da destra il fosso che troverete. E’ una vecchia mulattiera abbastanza comoda che attraversa un bosco di faggi fino a portarvi, anch’essa, all’altopiano delle 5 miglia da dove sicuramente vedrete il luogo di partenza.
NOTE: Il percorso è adatto anche per lo sci alpinismo non impegnativo ed allo sci escursionismo.
The edge
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Per calcolare la strada che vi porterà in prossimità dell'inizio del sentiero, inserite in basso il vostro indirizzo di partenza.